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Mastoplastica Secondaria

Introduzione

Intervenire nuovamente su una mammella precedentemente operata può rispondere a esigenze estetiche o a problematiche legate a protesi e cicatrici. Si interviene, dunque, per aumenti di taglia, per protesi rotte o incapsulate, per insoddisfazione del risultato precedente, per protesi visibili dopo il periodo di allattamento o per obsolescenza della protesi (soprattutto di quelle datate che avevano durata limitata rispetto a quelle in uso oggi). In caso di precedente mastopessi, la revisione può avvenire per cedimento della round block.

Un’operazione antecedente non deve inibire la volontà di reintervenire in caso il risultato non fosse soddisfacente: la possibilità di trovare una soluzione più adeguata è sempre possibile.

Un intervento chirurgico richiede alla paziente la volontà di informarsi con coscienza circa le dinamiche con cui dovrà misurarsi. Questo impegno è fondamentale affinché la decisione finale sia libera e consapevole.

In questa sede, sono state raccolte le nozioni principali in tema di mastoplastica perché servano da supporto alla paziente in fase decisionale, fermo restando l’assoluta centralità della fase di consulto con il chirurgo in presenza. Nondimeno, occorre ricordare, a prescindere da qualsiasi informazione di carattere generale, che ogni paziente è a sé e che l’intervento va cucito sulle esigenze personali.

FAQ

Un rinnovato intervento di mastoplastica su un seno già trattato prende il nome di mastoplastica secondaria

Un intervento di mastoplastica secondaria richiede una nuova valutazione circa le protesi più adeguate in base alle necessità del seno e alle richieste della paziente. Le due tipologie classiche sono la protesi a forma arrotondata, che riempie il seno in modo uniforme, e quella anatomica a goccia, più piena nella zona inferiore. I materiali di cui è composta la protesi sono perlopiù gel siliconici, ergonomici o coesivi.

L’area da incidere per l’ingresso delle protesi può seguire l’areola o collocarsi all’altezza del solco sottomammario. La scelta spetta al chirurgo. Parimenti, andrà valutata la sede per il posizionamento della protesi che può essere superficiale, quindi con collocamento sottoghiandolare; sottofasciale, cioè inserita sotto la fascia muscolare; infine dual plane, soluzione che prevede l’alloggiamento della protesi in profondità, sotto il muscolo pettorale.

Come per l’intervento primario, i primi risultati realistici sono visibili già a distanza di 2/3 settimane dall’intervento quando inizia a spegnersi il gonfiore fisiologico postoperatorio che ne altera l’aspetto nella fase iniziale. Per poter osservare il risultato definitivo di un seno completamente assestato, occorrono invece 6/12 mesi, in base al tipo di operazione eseguita e al metabolismo della paziente.

L’anestesia standard per un intervento di mastoplastica secondaria è la sedazione, un tipo di anestesia generale più superficiale che prevede la piena incoscienza della paziente a fronte, però, di un risveglio immediato e di una maggior tolleranza postoperatoria. Esiste anche la possibilità di un’anestesia loco-regionale orientata a una desensibilizzazione localizzata alla sola area oggetto di intervento.

La durata dell’intervento dipende da vari fattori che possono alterarne il corso. In genere, l’operazione può andare da un tempo minimo di un’ora e mezza a uno massimo di 3 ore. Durante la prima visita è già possibile dare indicazioni più precise.
La procedura è disponibile sia in regime di degenza che di day hospital: questa seconda opzione permette di snellire le pratiche ospedaliere per consentire alla paziente di seguire l’iter postoperatorio con la serenità di casa propria.

L’intervento deve essere preceduto da una serie di visite preoperatorie fondamentali sia in termini di sicurezza chirurgica che in un’ottica di soddisfazione della paziente, la quale va aggiornata circa le reali aspettative da porsi. Nella prima visita, dunque, verranno fornite tutte le indicazioni di massima ai fini dell’intervento. A seguire, verrà fissata una seconda visita in cui si potrà entrare nel merito di aspettative e risultati. L’accesso al simulatore 3D permette di farsi un’idea circa il risultato finale auspicabile. In caso di richiesta da parte della paziente, è possibile fissare ulteriori visite preparatorie. Le visite preliminari possono anche essere tenute a distanza tramite video consulto per venire incontro alle esigenze dei pazienti che provengono da più lontano.

L’intervento di mastoplastica secondaria può seguire diversi percorsi chirurgici dai quali dipenderà il costo dell’operazione, che parte da circa 8.500 Euro.
Occorre sottolineare, a tal proposito, che la prima visita di consulto è a pagamento, mentre le successive sono gratuite. Considerando il costo non esiguo dell’intera procedura, in alcune situazioni si è reso possibile dilazionare il pagamento affinché l’intervento sia più accessibile.

L’intervento richiede un percorso post chirurgico attento e meticoloso. La paziente dovrà, dunque, seguire con precisione le indicazione fornite dall’equipe medica affinché il recupero avvenga in tempi e modi soddisfacenti. Nell’immediato postoperatorio, la paziente non ha dolore. Passate, però, le prime 12 ore, potrebbero comparire dolore e gonfiore nella zona operata che andranno trattati con una terapia farmacologica precisa delineata dall’equipe medica. Il gonfiore è un processo assolutamente fisiologico che andrà ad attenuarsi nel giro di 2/3 settimane. I drenaggi e la prima medicazione andranno rimossi nelle ore successive all’intervento. È importante, in questa fase e per circa un mese, indossare un reggiseno contenitivo utile per ridurre l’edema e seguire un regime di riposo per qualche giorno. L’intervento secondario richiede una maggiore cautela postoperatoria, con un periodo di riposo assoluto che può protrarsi anche per 15 giorni, a seconda dei casi. Per un’attività fisica più sostenuta occorrerà attendere almeno un mese. Attenzione ai pesi, che non andranno sollevati per qualche settimana: niente casse d’acqua, spesa e oggetti pesanti. Istruzioni più precise verranno comunque fornite sia in fase preoperatoria che durante la dimissione della paziente.

L’intervento di mastoplastica secondaria può seguire la cicatrice precedente o crearne una inedita in caso si sommasse una mastopessi, con conseguente utilizzo della tecnica round block o a T. Per minimizzare la cicatrice, esistono procedure utili che consistono in una scelta ragionata di fili di sutura e di posizionamento del taglio per rendere il problema estetico della cicatrice sostanzialmente inesistente. Appurato ciò, la componente reattiva personale gioca un ruolo fondamentale: laddove il processo di guarigione dovesse provocare cicatrici più visibili, come nel caso delle ipertrofiche, delle diastastiche e delle cheloidee, esistono tecnologie laser molto efficaci in grado di ridimensionarle.

È sempre opportuno dichiarare eventuali patologie pregresse, soprattutto se legate a disfunzioni di coagulazione o vascolarizzazione. L’equipe medica, ad ogni modo, prescriverà alla paziente tutti gli esami propedeutici necessari.

Le fasi del post gravidanza e dell’allattamento sono momenti delicati nei quali viene sconsigliato sottoporsi a un intervento di mastoplastica secondaria a causa dell’aumentato rischio di infezioni. Il seno, inoltre, impiega qualche mese a ritrovare la sua stabilità dopo le alterazioni ormonali della gravidanza. Per questo, è necessario aspettare almeno 3 mesi - ma il consiglio è di rimandare l’intervento ad almeno 6 mesi dopo il termine dell’allattamento. Nel caso in cui si sia fatto uso della pastiglia per l’inibizione dell’allattamento, l'indicazione rimane quella di aspettare i 3/6 mesi dall’assunzione.

Prima dell’intervento verranno prescritti esami specifici - ematochimici ed elettrocardiogramma - comuni a tutti gli interventi chirurgici. Per un intervento di mastoplastica additiva è inoltre fondamentale eseguire una mammografia o, in combinazione, un’ecografia mammaria per appurare la salute del seno.